spolpare una plancia o portarsi via fari e paraurti. Fulminei e precisi, i cosidetti ladri piranha. Si tratta di bande criminali specializzate nei furti parziali, un fenomeno ormai fuori controllo. Ad alimentarlo è stata pure la crisi delle forniture, che ha reso i componenti delle auto più scarsi e costosi. Ma il mercato nero dei ricambi è solo uno dei canali di destinazione delle parti rubate. Questi predatori da strada si nutrono nella loro dieta soprattutto di gruppi ottici, ruote e portiere, ma anche catalizzatori, volanti, sistemi di infotainment, airbag, fino a moduli batteria delle vetture ibride. Talvolta portano via la macchina, la ricoverano in un capannone e la smantellano con calma. Ma in generale "consumano" sul posto, spolpando i veicoli in sosta senza spostarli. Di primo acchito può suonare rischioso, ma perchè noi pensiamo che ci voglia molto tempo per rimuovere parti complesse di una vettura. In realtà, in questo modo, sottostimiamo la capacità dei ladri e la gravità del fenomeno. I piranha arrivano preparati all'appuntamento, dopo ore di "allenamento" in officina su modelli identici a quelli che andranno a depredare. Si avvalgono di jammer per schermare il segnale satellitare, di strumenti per clonare la chiave, di attrezzatura specifica per i modelli che intendono attaccare. Lavorando in due, bastano pochi minuti per "sbranare" un'auto. Il piranha vecchio stile metteva in vendita il ricambio usato su piataforme online o sul mercato nero.
Più di frequente, però, dietro ai furti parziali si nasconde un'organizzazione strutturata, come ci ha raccontato una fonte qualificata che, per ragioni professionali, chiede l'anonimato. La base di partenza è un'auto da poco incidentata, con il guidatore responsabile di un violento sinistro, che non ha diritto al risarcimento assicurativo. Il proprietario se ne disfa, cedeno il telaio, con targhe e carta di circolazione, a un rottamaio. Da questo momento, scatta la truffa. Il sedicente carrozziere, infatti, commissiona a ladri professionisti un furto parziale ai danni di un modello identico a quello sinistrato. I pezzi di ricambio così procurati vengono quindi montati sul telaio dell'auto incidentata. Quest'ultima ora è in perfette condizioni e, soprattutto, "pulita". Un secondo stratagemma mette nel mirino le assicurazioni: attori della frode, in combutta con i ladri, i proprietari di auto. Il titolare del mezzo si accorda con la banda, che depreda la vettura e l'abbandona nei campi. L'assicurato a questo punto riceve dalla compagnia il risarcimento per furto parziale. Dopodichè, fa rimontare i pezzi per garantirsi, allo stesso tempo, tanto la macchina quanto i soldi.
Più di frequente, però, dietro ai furti parziali si nasconde un'organizzazione strutturata, come ci ha raccontato una fonte qualificata che, per ragioni professionali, chiede l'anonimato. La base di partenza è un'auto da poco incidentata, con il guidatore responsabile di un violento sinistro, che non ha diritto al risarcimento assicurativo. Il proprietario se ne disfa, cedeno il telaio, con targhe e carta di circolazione, a un rottamaio. Da questo momento, scatta la truffa. Il sedicente carrozziere, infatti, commissiona a ladri professionisti un furto parziale ai danni di un modello identico a quello sinistrato. I pezzi di ricambio così procurati vengono quindi montati sul telaio dell'auto incidentata. Quest'ultima ora è in perfette condizioni e, soprattutto, "pulita". Un secondo stratagemma mette nel mirino le assicurazioni: attori della frode, in combutta con i ladri, i proprietari di auto. Il titolare del mezzo si accorda con la banda, che depreda la vettura e l'abbandona nei campi. L'assicurato a questo punto riceve dalla compagnia il risarcimento per furto parziale. Dopodichè, fa rimontare i pezzi per garantirsi, allo stesso tempo, tanto la macchina quanto i soldi.